Brescia antica città giovane per i giovani
Brescia the ancient young city for young people


Protagonisti dovranno essere principalmente i giovani, che si rivolgeranno agli altri giovani, non già soltanto ai coetanei, ma anche e in modo speciale a quanti conservano uno spirito giovane, aperto all’entusiasmo e alla determinazione nel progettare e nel fare con intelligenza e fantasia. Caratteristica dell’intero calendario saranno, di conseguenza, la centralità e il protagonismo dei giovani: studenti, ricercatori, scienziati, imprenditori e professionisti, poeti e letterati, musicisti e protagonisti dello spettacolo, capaci di testimoniare il successo di un’idea vincente, l’obiettivo centrato di un’ipotesi di ricerca, la realizzazione di un progetto tecnologico innovativo, il traguardo raggiunto in un’impresa sportiva, il conseguimento di un risultato artistico non effimero, la sperimentata abilità di suscitare emozioni condivise, la piena soddisfazione per una meta raggiunta in un percorso di spiritualità. Punto di partenza obbligato il mondo della scuola, invitato nell’occasione delle feste dei Santi Patroni a sentirsi protagonista principale della riscoperta della virtù civica della Responsabilità, in un percorso che solo gli allievi con l’aiuto dei docenti e dei dirigenti potranno eleggere a meta da conseguire. Centrale dovrà essere il ruolo delle due Università bresciane: il mondo dei giovani è nei fatti la loro ragion d’essere. Su chi le frequenta incombono i problemi di sempre, cui si aggiungono sempre più gravose difficoltà. Da un lato i disagi nella realizzazione di una riforma che fatica a raggiungere gli obiettivi, creando incertezze che coinvolgono l’intera realtà universitaria, dall’altro le difficoltà per un efficace accompagnamento dei giovani laureati al mondo del lavoro e un più adeguato inserimento in quello della ricerca. Sono, a bene vedere, emergenze che insieme ad innumerevoli altre, non pesano soltanto sul mondo dei giovani, ma si riflettono sull’intera comunità bresciana e ne frenano lo sviluppo; mortificano i giovani e impediscono loro, se non rimosse, di dispiegare compiutamente energie e potenzialità per conseguire obiettivi appaganti, nella sicura convinzione che potrebbero esserlo ancora più compiutamente se la comunità con senso di responsabilità rimovesse i motivi di contrapposizione, che concorrono soltanto ad alimentare una logica di disperante declino. Le feste dei Santi Patroni possano costituire un’occasione propizia e uno stimolo in più per l’inizio di un processo di coordinamento delle buone pratiche per l’avvio a soluzione di tali problemi, nella consapevolezza che in proposito sta maturando una disponibilità sempre più ampia nella città. La Confraternita dei Santi Faustino e Giovita intende, di conseguenza, essere un dono alla città, la messa a disposizione di una generosità rinnovata da parte delle principali istituzioni bresciane, che intendono operare insieme per una stagione che in spirito di responsabilità concorra a riempire di nuovi contenuti l’esercizio fecondo della concordia, così da aggiornare con nuovi profili i connotati più antichi e genuini della Brescianità.

Una virtù civica da riscoprire

Il tema della concordia, che ha ispirato le feste dei Santi Patroni dello scorso anno e
che faceva seguito al tema della speranza contenuto nell’invito benedettino …et noli
contristari, suggerisce la necessità di procedere in tale prospettiva, alla ricerca di suggestioni che scaturiscono dalla riflessione condotta sulle virtù civiche, il cui esercizio
sta alla base di ogni società, che sia attenta alla necessità di alimentare costantemente
il proprio livello di coesione.
Per guardare con speranza al futuro, infatti, è necessario che si contribuisca a creare
un clima di concordia, che permetta ad ognuno, nella comunità in cui vive, di impegnare
in modo efficace e produttivo inventiva, tempo, fatica e risorse, per realizzare il proprio
progetto di lavoro e di vita.
Si rende necessario, perché ciò avvenga, che tutti rispondano con sollecitudine e retta
coscienza alla domanda che la società pone ad ognuno dei suoi membri: agisci sempre
valutando preventivamente gli effetti delle tue scelte? Operi per correggere tutto quello
che – ti accorgi – tende a rompere il rapporto con gli altri, rischiando di mettere a repentaglio il successo dei tuoi stessi progetti? Ed ancora. Continui a ritenere che basti rispettare con rigorosa attenzione le leggi per sentirti in pace con te stesso e col mondo e che il criterio di legalità costituisca lo strumento più appropriato per condurre una vita degna in una società giusta? Oppure ritieni che l’impalcatura delle leggi vada opportunamente rivestita e vivificata dalla coscienza, assistita dalla virtù civica della responsabilità?
È, dunque, l’esercizio difficile della responsabilità che si richiede, di quella condizione
dello spirito che scaturisce quando si pratica con accortezza e costanza la modulazione
di ragione e sentimento, di realismo e intuito, finalizzando impegno e determinazione
al conseguimento dell’obiettivo perseguito. Sapendo, tuttavia, che la sua acquisizione
non può avvenire prescindendo, ma avendo rispetto innanzitutto di se stessi, poi degli
altri, dei contemporanei, certo, ma anche di chi ci ha preceduto e di quanto ci ha lasciato,
nonché di coloro che ci seguiranno e del loro diritto a ereditare un mondo, in cui si potrà continuare a godere della possibilità di essere responsabili. Di avere, in altre parole, la consapevolezza che solo in tale condizione si determinano le circostanze che consentono di esercitare il senso più alto della libertà.
Libertà di scegliere, dunque, ma tra l’opzione del male e del bene, tra la possibilità di
optare tra l’egoismo, che mina le fondamenta della coesione sociale, e la solidarietà
che ne irrobustisce l’assetto, si situa l’esercizio di quella che potremmo ben definire la
riscoperta della “virtù civica” della responsabilità.
Una virtù, la cui pratica è oltremodo difficile perché sollecita il contemporaneo esercizio
delle altre due virtù che interpellano il cuore dell’uomo: quelle della prudenza e della
temperanza. Virtù dimenticate in un modello di società che privilegia il primato della
spontaneità e dei canoni di comportamento che da essa discendono, esaltati dall’urgenza
del presto e subito, indotta in modo pervasivo dalla società della comunicazione.
La responsabilità è un’esigenza dell’attualità. È “virtù” del nostro tempo. È essa stessa
oltremodo esigente. Ci interroga. Pretende risposte effettive.
Disattenderne i moniti riserva drammi e disastri irrimediabili per l’oggi e per il domani,
per le nostre realtà e, nelle conseguenze non prevedibili, per le generazioni future.
Praticandola non potremmo essere sicuri di far scomparire le guerre o la fame nel mondo,
ma certo sperare che ne scoppino di meno, confidare che si riducano le vittime incolpevoli
degli squilibri alimentari. Certamente con un più diffuso esercizio di responsabilità potrebbero diminuire gli incidenti sulla strada e nei luoghi di lavoro, potremmo permetterci di evitare episodi di malasanità o calamità, umane più che naturali, indotte non già dal capriccio della natura, bensì dalla somma delle irresponsabilità cumulate.
La Responsabilità richiede una scrupolosa presa di coscienza. Invoca impegno educativo,
formazione permanente. Si rivolge ai giovani, ma prima ancora agli adulti. Si appella
alle istituzioni educative e alle agenzie formative.
Si rivolge alle istituzioni e a chi le governa, invitandoli a riscoprire il ruolo che ad esse
compete, quello di permettere alla società di reggersi in piedi e di garantire ai suoi
membri la possibilità di procedere nel cammino della storia. Consapevoli che occorre
invertire la rotta che, nella prospettiva della fine della storia (Fukuiama), dalla società
“complessa” (Morin) a quella “liquida” (Bauman), rischia di portare, su un piano inclinato, alla sua evaporazione e ricomposizione in una futura “cloud society” leggera,
evanescente e deresponsabilizzata, perché priva del volto dell’uomo (Levinas).
Una fase straordinaria di crisi, intesa come drammatico cambiamento e sradicamento
da valori strutturati e che apparivano per sempre, ci coinvolge, ma come tale essa è
anche una straordinaria occasione di opportunità, per disegnare prospettive future, che
potranno avere il connotato dell’accettabilità soltanto se scolpite all’orizzonte nel profilo
sicuro della responsabilità.
Occorre “formattare” le intelligenze e connetterle in una rete animata da uno spirito nuovo, genuino, quello che a volte solo i giovani sanno mettere in campo.
La Responsabilità, quindi, interpella l’intera città e tutti i Bresciani, ma soprattutto i giovani. L’auspicio – pertanto – è che la festa dei Santi Patroni, tradizionalmente rappresentati nella pienezza del loro vigore giovanile, si confermi sempre più come l’appuntamento dei giovani, protagonisti dell’iniziativa, con l’intera città, per trasformarla con rinnovato entusiasmo in città giovane per i giovani.

Giacomo Ceruti, detto Il Pitocchetto,
Donne che lavorano
Brescia, Pinacoteca Tosio Martinengo

Scena famigliare nella decorosa semplicità di una casa spoglia. Tre generazioni di donne
intente a cucire. Una mamma e quattro figlie, di queste la più grande, mamma a sua volta, lasciati ago e filo, insegna alla figlia a leggere. La necessità di non sottrarre un attimo al lavoro in corso non impedisce alla madre di investire tempo e pazienza pur di istruire la figlia, nella speranza di offrirle una futura sorte migliore. Il rilievo della figura in primo piano, che emerge dalla scena in grigio anche per il vivace colore
del corpetto, testimonia l’adesione del pittore al gesto di responsabilità della giovane donna.

Two week
… for young people for …

La città chiama a raccolta i giovani.
Li invita e li aiuta a mobilitarsi per diventare protagonisti e artefici di iniziative artistiche, sportive, culturali. Nell’animare col loro entusiasmo e la loro creatività la vita cittadina, essi possono rendere concreto l’auspicio di fare di Brescia an ancient young city for young people, un’antica città giovane per i giovani, che nella responsabilità ritrovata è certa di poter guardare al futuro con rinnovata speranza, rispecchiandosi nel volto giovane dei suoi Santi Patroni.

Associazione Confraternita dei Santi Faustino e Giovita
Via San Faustino 74 - 25122 Brescia -
info@confraternitasantifaustinoegiovita.it