… et noli contristari!

Il tema della speranza, che ha costituito il motivo ispiratore delle manifestazioni del 2011 è stato un segno voluto di contraddizione, una esortazione contro corrente rivolta ai Bresciani rispetto al diffuso pessimismo che la crisi ancora in corso ha generato; un invito a non abbattersi, che la città nelle sue varie articolazioni ha dimostrato di voler accogliere. È di tutta evidenza, tuttavia, che tale disponibilità, per non rimanere una semplice e sterile aspirazione, ha bisogno di radicarsi in un terreno fertile, accogliente, reso tale dall’affermarsi e dal diffondersi di atteggiamenti di disponibilità, di ascolto e di reciproco rispetto, aperti ad una progettualità condivisa che si può realizzare soltanto in un clima di pacificazione, che apra i cuori, in una sola parola in un clima di concordia.
La Concordia, dunque, la virtù dei miti e degli operatori di pace, cui Dio, ci dice l’evangelista Matteo, riserverà il suo regno, è il motivo ispiratore della prossima ricorrenza delle feste dei Santi Patroni. Si avverte l’esigenza di operare, nella comunità bresciana ad ogni livello, una discontinuità nella spirale di contrapposizioni, di frantumazioni e di confronti e scontri di ragioni che, se esaltate nella loro pur intrinseca valenza, non trovano approdi d’incontro e comprensione, bensì producono soltanto la violenta esaltazione della propria egoistica ragione.
L’invito ai Bresciani è, di conseguenza, a ritrovare il modo semplice dell’incontro
CUM CORDE, con il cuore in mano, per riconoscere, come insegna Emmanuel Levinas, nel volto dell’altro i motivi e le occasioni di condivisione e soddisfazione delle reciproche aspettative, nella convinzione che se vale la regola secondo cui se tutti pulissero la strada davanti a casa la città d’incanto risulterebbe pulita, allo stesso modo l’apertura dei cuori di ognuno porterebbe alla pace dell’intera città, premessa di prosperità per tutti.
Lo insegna la storia. Le tregue di Dio hanno favorito la rinascita delle città all’alba del secondo millennio e le concordie cittadine hanno generato gli strumenti di partecipazione democratica nei comuni delle città del Basso Medioevo; furono presto dilaniati dagli scontri di fazione, ma a tali difficoltà non fu trovato rimedio se non nelle concordi pacificazioni, operate dai campioni di concordia come fu a Brescia alle soglie del Trecento il grande vescovo Berardo Maggi. Ne erano profondamente convinti gli uomini del tempo. Ne scolpivano in forme umane la figura sulle facciate delle chiese così che la Concordia divenisse per tutti virtù civica, ispiratrice prima degli altri degli stessi governanti della città, ammoniti dalle sue fattezze dipinte sulle pareti dei palazzi del Governo, come a Siena testimonia il grandioso affresco del Buon Governo di Ambrogio Lorenzetti.
Della Concordia hanno evocato i benefici effetti uomini di pensiero e di azione, ma soprattutto i legislatori, preoccupati di garantire equità e giustizia. La concordanza chiara e certa delle leggi di Giustiniano ha dettato i canoni della civiltà occidentale, mentre nell’opera del canonista Graziano, impegnato a ripristinare la concordanza nei canoni discordanti della Chiesa rinnovata, ne ha rilanciato l’azione alla stagione feconda dell’Umanesimo europeo.
Dopo i drammi indicibili delle due guerre mondiali e le manifestazioni del “male assoluto” della Shoah, è stato l’esercizio intelligente della virtù della concordia esercitata dai padri dell’Europa che ha regalato al continente il più lungo periodo di pace. È uno spirito che le attuali contingenze alle soglie del terzo millennio, proiettato nella dimensione della mondialità globalizzante, hanno fatto smarrire. Occorre ritrovare allora la freschezza e la forza necessarie per riscoprire i valori della concordia, andando oltre i ricorrenti eppur necessari inviti alla solidarietà. La solidarietà invita a tendere la mano; la concordia impone il mettersi in cordata per compiere una scalata e raggiungere tutti la vetta, il marciare cadenzati verso la stessa meta, l’unirsi in rete per raggiungere l’obiettivo condiviso. Occorre uno spirito nuovo, genuino, quello che a volte solo i giovani sanno mettere in campo.
La Concordia, quindi, interpella l’intera città e tutti i Bresciani, ma soprattutto i giovani. L’auspicio – pertanto – è che la festa dei Santi Patroni, tradizionalmente rappresentati nella pienezza del loro vigore giovanile, si possa trasformare in un ricorrente appuntamento dei giovani, protagonisti dell’iniziativa, con l’intera città,
per trasformarla in piena concordia in città giovane per i giovani.


Per i giovani, i giovani per …
… for young people for …

Il programma delle manifestazioni, che si qualifica per l’esortazione rivolta a tutti alla concordia e vede impegnata l’intera città, si snoda sull’arco temporale che ha come inizio la festa di sant’Angela Merici, il momento centrale le solennità dei santi Patroni, per concludersi infine con quella di san Benedetto.
Nell’arco del calendario più ampio si evidenzia in modo particolare il segmento della decade for young people for, che vedrà concentrata la serie delle iniziative affidate ai giovani, testimoni viventi della necessità di vivere il presente in concordia per poter guardare al futuro con speranza. La città tutta nelle sue articolazioni li vuole aiutare, nella certezza che i giovani nel mobilitarsi e nell’impegnare le loro energie potranno innescare una dinamica virtuosa di aiuto per chi li circonda, nell’interesse dell’intera città.



Two week
… for young people for …

La città chiama a raccolta i giovani.
Li invita e li aiuta a mobilitarsi per diventare protagonisti e artefici di iniziative artistiche, sportive, culturali. Nell’animare col loro entusiasmo e la loro creatività la vita cittadina, essi possono rendere concreto l’auspicio di fare di Brescia an ancient young city for young people, un’antica città giovane per i giovani, che nella concordia è certa di poter guardare al futuro con rinnovata speranza, rispecchiandosi nel volto giovane dei suoi Santi Patroni.

Brescia antica città giovane per i giovani
Brescia the ancient young city for young people

Protagonisti dovranno essere principalmente i giovani, che si rivolgeranno agli altri giovani, non già soltanto ai coetanei, ma anche e in modo speciale a quanti conservano uno spirito giovane, aperto all’entusiasmo e alla determinazione nel progettare e nel fare con intelligenza e fantasia. Caratteristica dell’intero calendario saranno, di conseguenza, la centralità e il protagonismo dei giovani: studenti, ricercatori, scienziati, imprenditori e professionisti, poeti e letterati, musicisti e protagonisti dello spettacolo, capaci di testimoniare il successo di un’idea vincente, l’obiettivo centrato di un’ipotesi di ricerca, la realizzazione di un progetto tecnologico innovativo, il traguardo raggiunto in un’impresa sportiva, il conseguimento di un risultato artistico non effimero, la sperimentata abilità di suscitare emozioni condivise, la piena soddisfazione per una meta raggiunta in un percorso di spiritualità. Punto di partenza obbligato il mondo della scuola, invitato nell’occasione delle feste dei Santi Patroni a sentirsi protagonista principale della riscoperta della virtù civica della Concordia, in un percorso che solo gli allievi con l’aiuto dei docenti e dei dirigenti potranno eleggere a meta da conseguire. Centrale dovrà essere il ruolo delle due Università bresciane: il mondo dei giovani è nei fatti la loro ragion d’essere. Su chi le frequenta incombono i problemi di sempre, cui si aggiungono inedite difficoltà. Da un lato la domanda sempre più pressante di una didattica funzionale al conseguimento degli obiettivi formativi nei tempi previsti; dall’altro la richiesta di un più efficace sistema di accompagnamento al mondo del lavoro e di orientamento e di avvio di percorsi di formazione alla ricerca e di sostegno ai giovani ricercatori, pretende risposte non elusive. Sono, a bene vedere, emergenze che insieme ad innumerevoli altre, non pesano soltanto sul mondo dei giovani, ma si riflettono sull’intera comunità bresciana e ne frenano lo sviluppo; mortificano i giovani e impediscono loro, se non rimosse, di dispiegare compiutamente energie e potenzialità per conseguire obiettivi appaganti, nella sicura convinzione che potrebbero esserlo ancora più compiutamente se la comunità in spirito di concordia rimuove i motivi di contrapposizione, che concorrono soltanto ad alimentare una logica di disperante declino.
Le feste dei Santi Patroni possano costituire un’occasione propizia e uno stimolo in più per l’inizio di un processo di coordinamento delle buone pratiche per l’avvio a soluzione di tali problemi, nella consapevolezza che in proposito sta maturando una disponibilità sempre più ampia nella città. La Confraternita dei Santi Faustino e Giovita intende, di conseguenza, essere un dono alla città, la messa a disposizione di una generosità rinnovata da parte delle principali istituzioni bresciane, che intendono operare insieme per una stagione che concorra a riempire di nuovi contenuti l’esercizio fecondo della concordia, così da aggiornare con nuovi profili i connotati più antichi e genuini della Brescianità.

Associazione Confraternita dei Santi Faustino e Giovita
Via San Faustino 74 - 25122 Brescia -
info@confraternitasantifaustinoegiovita.it